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Manzoni. Passaggio in Valdelsa

Venerdì 5 aprile 2019 alle ore 16,30 presso la Chiesa dei Ss. Tommaso e Prospero in Certaldo Alta si terrà l’incontro “Manzoni: passaggio in Valdelsa”.

Manzoni. Passaggio in ValdelsaSCARICA LA LOCANDINA

L’iniziativa, organizzata dalla Società Storica della Valdelsa in collaborazione con il Comune di Certaldo, parte dal dato storico che Alessandro Manzoni ha fatto il suo primo viaggio in treno nel 1852 per recarsi come turista a Siena passando così per la nostra Valdelsa. Lo scrittore non poteva certo sapere che, pochi anni dopo, nella città del Palio si sarebbero trasferite due sue figlie, Vittoria e Matilde, e quest’ultima, morta a soli 26 anni di tisi, vi avrebbe trovato definitiva sepoltura. L’intervento del prof. Negrini ricostruirà proprio i rapporti tra Manzoni e i familiari in quel periodo, soffermandosi in particolare sulla figura di Matilde e sull’intenso diario che ella ci ha lasciato.

Arricchiranno la serata letture di brani di opere manzoniane, debitamente commentate, fatte da studentesse del Liceo San Giovanni Bosco di Colle. Un momento molto significativo sarà poi la rappresentazione di un breve adattamento dell’Adelchi, tragedia incentrata sulla guerra tra Longobardi e Franchi, che suggerirà agli intervenuti riflessioni sulla visione storica di Manzoni e in particolare sulla sua idea di medioevo. Questo adattamento è nato nell’ambito del progetto “Teatrando”, promosso dalla Cooperativa Sociale Valle del Sole e finanziato dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena per favorire, attraverso l’attività teatrale, una piena e reale inclusione tra studenti con diverse abilità e, dopo il lusinghiero giudizio riportato per la prima di Colle, viene proposto in un contesto quantomai suggestivo. A rendere ancora più evocative le scene sono i costumi medievali forniti per l’occasione ai giovani studenti dal laboratorio Moda del Cennini e dall’associazione “I cavalieri di Santa Fina” di san Gimignano.
“MiniAdelchi è una riduzione in estrema sintesi, (e in chiave spiccatamente pop), della tragedia manzoniana – spiegano i responsabili del laboratorio Valentina Grande e Ugo Giulio Lurini – che cerca di mantenere ed accentuare la centralità di temi come la cecità della ragione di Stato, che tocchi questioni di politica internazionale o questioni private come un matrimonio; e la inarrestabile distruttività della guerra, a prescindere dalle sue ragioni e dalle ragioni e dai torti delle singole parti. Lo spettacolo è il momento finale di un percorso biennale di teatro con un gruppo integrato formato da ragazzi diversamente abili dell’Istituto San Giovanni Bosco di Colle di val d’Elsa e da altri studenti della stessa scuola, e il testo è stato calibrato su quel gruppo dopo un anno di conoscenza e di attività esclusivamente laboratoriale.”



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